6.2 Considerazioni Finali

“L’uomo, nella sua arroganza, si considera una grande opera, degna dell’intervento di una divinità. Più umile e, credo, più verosimile, ritenerlo creato a partire dagli animali.”

Charles Darwin

 

“La trasmutazione simbolica, lo scambio di metafore fra umano e animale, l’antropomorfizzazione degli animali e l’animalizzazione degli uomini e delle donne costituiscono un fatto universale che concerne tutta la società.
In tutte le società gli uomini utilizzano gli animali come referenti simbolici per la loro interpretazione del mondo e la simbologia animale svolge un ruolo decisivo in tutte le civiltà ed in tutti i sistemi di pensiero”.

Con questa frase, dal mio punto di vista, si esprime il concetto secondo cui le origini dell’antropomorfismo degli animali viene utilizzato quale mezzo per esprimere la visione del mondo circostante, nonché le qualità e/o i difetti dell’essere umano.

Come abbiamo visto, sin dalle origini l’uomo ha tentato di avvicinarsi alla natura e al mondo animale con questo espediente, caratterizzandolo a propria immagine e somiglianza, nonché al Divino come è possibile riscontrare nelle creazioni dei miti, leggende e divinità.

Quindi, la costante comune è quella di immedesimare egli stesso in un essere differente, sia esteriormente che interiormente, creando e plasmando le creature animali, attraverso l’animazione, al fine di portare alla luce determinati aspetti dell’essere umano.

Come si è ben potuto notare, l’aspetto antropomorfico degli animali si è espanso nelle arti ed il suo utilizzo si è mutato nel tempo; partendo da una rappresentazione simbolica di una forza naturale, si è passati alla rappresentazione di vizi e virtù umane riversata nell’animale, con scopi spesso moralistici nonché di critica e di denuncia sociale.

Inoltre, se inizialmente gli animali antropomorfi erano inseriti in un contesto assai più semplicistico, anche e soprattutto a fini di divertimento, in seguito gli animali costituiscono un espediente per portare alla luce gli aspetti della quotidianità, non solo quelli positivi ma anche quelli negativi.

Infine, sotto il profilo stilistico, di pari passo alle tematiche affrontate dai vari autori, si è passati ad animali che inizialmente avevano un diverso grado di antropomorfizzazione, cioè erano più simili agli animali reali con la sola differenza che erano dotati di capacità di linguaggio e ragionamento, ad animali “umanizzati” sia sotto il profilo fisico che sotto il profilo delle attitudini.

Da aggiungere, in conclusione, che nei film d’animazione è da considerare di notevole importanza la potenzialità comunicativa offerta dal fenomeno dell’antropomorfizzazione, quale quella di poter rivisitare la realtà quotidiana arricchendola con espedienti più o meno divertenti o intrisi di un significato profondo e moralistico, oppure criticandola con l’uso dell’ironia, della satira e del cinismo.

Il desiderio che spinge l’uomo ad associare le proprie caratteristiche comportamentali agli animali, visto da alcuni come semplice opera di immedesimazione, secondo altri non è altro che un atteggiamento di comprensione e avvicinamento a un mondo che apparentemente è diverso dal nostro.

Al di là di tutte le teorie, i motivi e gli scopi relativi a questo fenomeno, possiamo evidenziare, in conclusione, come l’antropomorfizzazione animale doni agli artisti uno strumento capace di dar vita alle proprie fantasie.

L’Antropomorfizzazione permette e realizza l’incontro tra reale e immaginario.

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